Nel 1957 viene a mancare mio nonno e non avevamo una cappella gentilizia. Nello stesso anno uno dei figli, fratello di mia mamma ( ne erano 11 ), presenta domanda al comune impostandola così: ” All’amministrazione comunale di … Il sottoscritto Giuseppe, NELL’INTERESSE DI TUTTI GLI EREDI DEL DEFUNTO CARMINE chiede la concessione di un’area cimiteriale ecc..” La domanda non è stata seguita da una delibera fino al 1965 quando la giunta del tempo provvede a effettuare la delibera impostandola così: ” Vista la domanda prodotta da Giuseppe.. DELIBERA concedere al sig. Giuseppe un’area cimiteriale .. sotto l’osservanza del R.D e di tutte le norme in vigore, NONCHE’ DELL’ATTO FORMALE DI CONCESSIONE.” A distanza di 35 anni , i figli di Giuseppe rivendicano la proprietà della cappella in quanto la delibera è stata fatta a nome del padre. Al tempo della domanda, 1957 non era prevista la presentazione di alcun progetto e a seguito di mia richiesta il comune lo conferma, ma l’ATTO FORMALE DI CONCESSIONE è un documento a parte o la delibera vale come atto stesso? Mi è stato detto che mancando sia il progetto che L’atto formale di concessione si può fare riferimento esclusivamente alla domanda iniziale e richiedere al Comune di effettuare una modifica alla delibera del 1965 impostandola come CONCESSIONE AGLI EREDI DI CARMINE. Faccio altresì presente che nella stessa cappella sono tumulati da sempre mio nonno, mia nonna e 8 degli 11 figli (mia mamma e due sorelle ancora in vita) e che parte delle tumulazioni sono avvenute prima della delibera di concessione.
La domanda è : può il figlio di Giuseppe rivendicare per sua la concessione oppure ci si deve attenere alla domanda iniziale e quindi chiedere all’amministrazione la rettifica della delibera?

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